La luce del mattino non è ancora arrivata, fa freddo, ma a gennaio fa freddo.
La neve quest’anno non si vede. Ho sempre pensato che non è bello abitare in un posto dove non nevica mai. Approfitto delle strade pulite per salire sulla bicicletta old-style e andare in ufficio. Provo piacere nel sentire l’aria gelida e pungente sul volto. Sono armato di berretto e guanti per non rimanere congelato, il tratto di strada è breve, c’è un tratto in leggera discesa. Vorrei fosse solo salita per scaldarmi meglio. Arrivo in ufficio, sono il primo. Mi piace essere il primo, rimanere in silenzio mentre cerco di crearmi una mappa mentale dei lavori da eseguire scrivendo nomi, lavori, priorità e obiettivi settimanali. Accendo il riscaldamento e il computer. Rimango con il berretto in testa come per trattenere tutti i pensieri.
Il quaderno degli appunti mi guarda e così lo sfoglio per guardare cosa ho fatto fino ad oggi. Guardo indietro, ripercorro schizzi, idee e progetti. Progettare un edificio, uno spazio o un semplice oggetto d’arredo rappresentano per me singoli progetti d’architettura. Non c’è differenza. Il processo mentale è identico, in uno ci vorrà un tempo maggiore data la sua complessità, l’atro un tempo minore ma entrambi nascono da un identico concept progettuale.
Trovo nel processo creativo un'indifferente attrazione. Una passione che mi spinge ogni mattina ad entrare in ufficio per soddisfare un bisogno di raggiungere il traguardo, un concetto soddisfacente, nel più breve tempo possibile, sfidando quel foglio bianco a non rimanere a lungo senza il segno della mia matita. Ho letto che la resilienza è una motivazione intrinseca in grado di aumentare quelle capacità interne nel raggiungere obiettivi apparentemente impossibili, o riorganizzare positivamente, nonostante le avverse condizioni di contesto, tutte le opportunità che si presentano. Oggi mi sento più resiliente di ieri.